sabato 14 maggio 2011

Ecco perchè, secondo me, Abercrombie è... 'na sòla!!!!

Il negozio Abercrombie di corso Matteotti chiude. L'hanno semi-ufficializzato da qualche giorno: dicono che, nonostante il successo di vendite, non riescono comunque a rimanere in pari con le spese.
Dramma! Tragedia! Sciagura! Conosco ragazzi/e che si strappano i capelli da giorni, che hanno smesso di mangiare e dormire, che sono caduti in depressione dopo aver ricevuto la tremenda notizia.
Qual è stata la mia reazione? Sinceramente? Un grandioso, immenso, liberatorio "ESTICAZZI!!!"!
(Per dovere di cronaca, ribadisco per la millesima volta che quanto sto per scrivere è solo ed unicamente un mio pensiero, condivisibile o meno. Se la pensate diversamente, e avete delle argomentazioni a sostegno della vostra tesi, massimo rispetto e amici come prima!)
Dicevo... La cosa non mi tange minimamente: non ho mai comprato nulla da Abercrombie, sono entrata nel negozio una volta sola, più che altro per capire perchè ne parlassero tutti con tanto entusiasmo e, beh, è stata un'esperienza a dir poco TRAUMATICA!!!!!
Marzo, una mattina infrasettimanale; è appena finita la sessione d'esame e sono in San Babila a cazzeggiare col mio Attila, che indossa una camicia a quadri boscaiolo-style: lo guardo, rido e gli dico che sembra un commesso di Abercrombie. "Abecosa???" risponde lui, che non abita a Milano ed è giustamente ignaro della follia fashionista e modaiola che ci contraddistingue. Gli spiego che è un marchio americano di abbigliamento per cui sembra che siano tutti impazziti, e mi viene la malsana idea di partire alla ricerca del negozio, per soddisfare in un colpo solo la sua "ignoranza" e la mia curiosità scimmiesca (eccheccavolo, se ne parlano tutti un motivo ci sarà...)
Il negozio l'abbiamo trovato subito, l'abbiamo riconosciuto dalla coda. Esattamente, dalla CODA PER ENTRARE! E già qui ero propensa ad andarmene...Poi però ho visto che saremmo entrati quasi subito e ho deciso di rimanere; la tizia dietro di me, intanto, raccontava tutta tronfia alla sua amica "Sai, sabato scorso ho fatto 2 ore di fila per entrare..." DECEREBRATA!!! MA VANTATENE PURE!
Una volta entrati nell'ingresso....un caldo che non vi dico!!! Fuori 8 gradi, dentro 40! Dopo 2 secondi ho iniziato a liquefarmi dentro il cappotto... Dopo 3 secondi ho capito il perchè di quel clima tropicale. Ho intravisto i famosi "commessi" con le loro divise: lui in jeans, infradito e camicia a quadri quasi completamente sbottonata, lei con gonnellina, canotta e infradito; cioè, fatemi capire: io sto evaporando dal caldo per permettere a questi qui di andare in giro sgambettando mezzi nudi??? (nota: la leggenda vuole che i sopracitati commessi siano dei modelli...sarà, ma non mi sembra di aver visto tutto 'sto ben di Dio...bah..)
Già le balle mi roteavano vorticosamente...ma sprezzante del pericolo, e forte degli insegnamenti dello yoga, decido di andare avanti, e Attila mi segue. Faccio qualche passo, supero l'ingresso-anticamera-sauna e mi trovo definitivamente dentro 'sto benedetto negozio: buio. No, non buio nel senso che non mi ricordo cos'è successo dopo: proprio buio-buio, mancanza di luce! Il negozio di 4 piani, ricavato da un palazzo storico dell'epoca fascista, è nella totale penombra (credono che "faccia figo"?) e come se non bastasse c'è la musica perennemente a palla.
In un attimo di smarrimento ho la tentazione di ordinare un Mojito, poi riprendo coscienza di dove sono, proseguo a tastoni fino a trovare la scala e salgo finalmente al primo piano: e qui, L'APOTEOSI!!!! Ci viene incontro un commesso-modello-sarcazzo-cosa-sei e ci fa: "Hey guys! What's up?"
ORA: a parte il fatto che siamo a Milano e non a Long Island, si vede lontanto un anno luce che sei americano quanto io sono svedese, e se proprio sei "esotico" sei al massimo di Cologno Monzese....MA PERCHè CAZZO PARLI IN INGLESE??? o meglio, perchè diavolo ti fanno parlare in inglese??? Perchè???
Superiamo codesto individuo con un'occhiata di sufficienza (te lo giuro, non ce l'ho con te ma con i "geni del marketing" che ti impongono 'ste buffonate!!!), e proviamo a dare un'occhiata ai vestiti. Penso: "se la gente entra in questo girone dantesco volontariamente, vuol dire che comunque i vestiti sono una figata stratosferica e valgono la pena..." E anche qui, bah...mi avvicino ad un top carino, lo tiro su: a parte il fatto che con 'sta luce da catacomba non riesco a capire se sia arancione o rosa, comunque mi sembra grazioso, di cotone, semplice...guardo il prezzo e lo rilancio sul tavolo manco si fosse trasformato in un cobra reale: 75 euro. Un cosino di cotone che da H&M pagherei, esagerando, 15 euro. Via!!! Mi volto per cercare la mia dolce metà (che con la camicia che ha addosso somiglia pericolosamente ai commessi-sarcazzo, devo tenerlo d'occhio prima che si avvicini qualche diciassettenne con l'ormonella!) e vedo che ripone una felpa sull'apposito ripiano (devo dire con molta più nonchalance di me, sarà merito del sangue freddo da atleta..) e mi fa un eloquente gesto di cui non riporto la traduzione in lingua articolata per non offendere il "signor" Abercrombie e il "signor" Fitch...
Mentre scoppio a ridere per il quadretto surreale, una celenterata munita di spray mi spruzza praticamente in faccia quel profumo nauseabondo che impesta tutto il negozio: basta, è troppo! Mi trattengo dal darle un pestone su un piede (tu sei una modella di 40 kg in infradito e io una ragazza normale con gli stivali: vuoi giocare stronzetta?!), prendo per mano Attila e fuggiamo letteralmente dal negozio. All'uscita, solito stuolo di commessi che biscicano qualcosa in inglese: non colgo il messaggio ma la mia risposta sarebbe comunque la stessa...GOODBYE!!!!

2 commenti:

  1. ti prego, curalo e seguilo di più questo blog, perchè ne vale la pena leggerlo!!
    Mi hai fatto morire con questo racconto.....


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    Allora passa da me e partecipa al mio GIVEAWAY!!!

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  2. ma grazie cara!!!! ora arrossisco..eheh! promesso, scriverò più spesso!
    passo subito a vedere il tuo blog!

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